Il 26 gennaio abbiamo inaugurato il ciclo degli incontri già fissati per il 2023 per commentare i libri inseriti nella programmazione annuale.

In una sala gremita da oltre 70 persone ed in un’atmosfera di grande intensità abbiamo incontrato lo scrittore iracheno Younis Tawfik, da molti anni in Italia, docente di lingue e letteratura araba all’Università di Genova, giornalista, poeta,  scrittore e Presidente del Centro culturale italo-arabo Dar al-Hikma di Torino. Tawfik ha presentato il suo ultimo romanzo “La sponda oltre l’inferno” edito da Oligo, deliziosa casa editrice mantovana. Il contatto con Tawfik era nato nel luglio dello scorso anno, nell’ambito del torneo Robinson, promosso dall’inserto del sabato di repubblica (a proposito quando riprende il torneo?). In quella circostanza i 15 lettori scelti espressero vibranti recensioni del libro “La sponda oltre l’inferno”, per cui grazie all’interessamento di Jessica, instancabile collaboratrice di Giorgio Dell’Arti, contattammo l’autore, invitandolo a Parma. Younis (posso chiamarti così?) aderì immediatamente, con entusiasmo e curiosità, e così concordammo la data del 26 gennaio. Nella preparazione dell’incontro avevamo capito che stavamo per realizzare un evento importante, non solo per l’associazione, ma anche per la città, per cui, oltre ad organizzare una adeguata campagna informativa e a prenotare una sala adeguata nel centro della città, chiedemmo ed ottenemmo il patrocinio del Comune di Parma; a conferma del reale interesse dell’amministrazione comunale, l’incontro è stato aperto dall’assessora ai servizi educativi ed al sistema bibliotecario, Caterina Bonetti.

In apertura, io avevo sottolineato come il libro consentisse di affrontare il tema delle grandi migrazioni, in una prospettiva radicalmente diversa da quella con cui viene generalmente presentato. Al di là delle quote di distribuzione, dell’individuazione dei porti di sbarco, delle recinzioni o degli ostacoli frapposti al loro sbarco, o della rappresentazione dei migranti come carico umano, ci sono loro, uomini, donne,  bambini, alle cui profonde e disumane sofferenze si dovrebbe, prima di tutto, dedicare attenzione.

E Tawfik non ha fatto altro che sviluppare tale prospettiva, fondata sulla conoscenza diretta di chi ha potuto raccontare da sopravvissuto l’esperienza della migrazione, soffermandosi così su storie individuali o di gruppo. Interessante è stata anche la descrizione delle drammatiche situazioni economiche, politiche e sociali dei paesi dai quali i migranti fuggono, preferendo “…morire in mare che stare in Libia. In mare si muore una volta sola, se stai in Libia è come se morissi tutti i giorni  …..” In questi termini si esprime nel libro, a pagina 111, Muhammad, giunto in Libia, attraverso il Mali, proveniente dalla Guinea sua patria, in cui era dilagata l’ebola dal 2014 al 2016 (in quel periodo 28.652 decessi confermati).

Tawfik, nel suo intervento, ha, infine, sottolineato le ragioni che sono alla base degli scontri tra gruppi e tra Stati per il controllo delle risorse naturali dei vari paesi ed ha smentito, in modo netto, l’idea che dietro quegli scontri ci siano motivi religiosi. Per esperienza personale ha potuto dimostrare come la convivenza tra credi diversi fosse un tempo un fatto naturale ed inoltre, come la visita di Papa Francesco in Irak nel marzo di due anni fa sia stata vissuta dalla popolazione come un’occasione di riflessione e di preghiera comune a tutte le religioni e non patrimonio della sola religione cattolica.

L’espressione tesa, ma serena, disegnata sul volto dei presenti al termine dell’incontro, si è sposata con  la gratitudine di Tawfik per l’incontro propostogli. La serata si è conclusa con la dedica dell’autore sul libro acquistato, offerto dagli amici della “Bancarella”, storica libreria del centro della città di Parma

Incontro 26 gennaio
Incontro 26 gennaio
Incontro 26 gennaio